E' tempo di marmellate e noi in Abruzzo ne abbiamo una troppo buona: quella di uva. Tutti la fanno ma quella che si fa da noi è particolare perchè si adoperano anche le bucce.
Da premettere: ci vuole un po' di pazienza perchè logicamente bisogna separare i semini dagli acini e questo lavoro non piace a nessuno; dopo dieci minuti i pochi volenterosi si ricordano sempre che hanno da fare qualcosa che avevano dimenticato e si rimane puntualmente sole. Io però quando faccio questi lavori diciamocelo, petulanti, ho un segreto.....vago con la mente....e così il tempo mi vola. Certo è che il risultato paga...è una cosa proprio buona. Non ci vuole lo zucchero. Bisogna che l'uva sia il montepulciano con i chicchi neri neri e piccoli. Di sicuro non si vende nei supermercati, penso che si possa trovare facilmente da qualche contadino. La cosa ancora più speciale è che c'è bisogno di un attrezzo rotondo come quello per passare la farina, che in italiano si chiamerebbe "crivello", in mancanza di questo, ovvio, va bene un qualsiasi passa verdure. Una volta lavata l'uva, si "schicca" e rompendo l'acino si separano i semini e si mettono in una pentola a parte. Quando questo lavoro è finito si mette a bollire il tutto. Dopo qualche ora si passano con il "crivello" i semini e la polpa che rimane si aggiunge al resto. Si rimette a bollire e dopo parecchie ore, quando cioè la polpa dell'uva comincia quasi a caramellarsi, la marmellata è pronta per essere trasferita nei vasetti già puliti. Chiuderli e capovolgerli per circa 15' in questo modo si sterilizzano.Questo tipo di marmellata si chiama "SCRUCCHIATE". Se se ne vuole fare una normale, cioè passata, dopo un paio d'ore che bolle si passa col passa verdure e si rimette tutto a bollire di nuovo.
Spero di essere stata chiara. Questo tipo di marmellata costa tantissimo in quanto ha bisogno di tanto lavoro e la resa è poca in fatto di quantità, ma sono proprio queste caratteristiche a fare la differenza.
Da premettere: ci vuole un po' di pazienza perchè logicamente bisogna separare i semini dagli acini e questo lavoro non piace a nessuno; dopo dieci minuti i pochi volenterosi si ricordano sempre che hanno da fare qualcosa che avevano dimenticato e si rimane puntualmente sole. Io però quando faccio questi lavori diciamocelo, petulanti, ho un segreto.....vago con la mente....e così il tempo mi vola. Certo è che il risultato paga...è una cosa proprio buona. Non ci vuole lo zucchero. Bisogna che l'uva sia il montepulciano con i chicchi neri neri e piccoli. Di sicuro non si vende nei supermercati, penso che si possa trovare facilmente da qualche contadino. La cosa ancora più speciale è che c'è bisogno di un attrezzo rotondo come quello per passare la farina, che in italiano si chiamerebbe "crivello", in mancanza di questo, ovvio, va bene un qualsiasi passa verdure. Una volta lavata l'uva, si "schicca" e rompendo l'acino si separano i semini e si mettono in una pentola a parte. Quando questo lavoro è finito si mette a bollire il tutto. Dopo qualche ora si passano con il "crivello" i semini e la polpa che rimane si aggiunge al resto. Si rimette a bollire e dopo parecchie ore, quando cioè la polpa dell'uva comincia quasi a caramellarsi, la marmellata è pronta per essere trasferita nei vasetti già puliti. Chiuderli e capovolgerli per circa 15' in questo modo si sterilizzano.Questo tipo di marmellata si chiama "SCRUCCHIATE". Se se ne vuole fare una normale, cioè passata, dopo un paio d'ore che bolle si passa col passa verdure e si rimette tutto a bollire di nuovo.
Spero di essere stata chiara. Questo tipo di marmellata costa tantissimo in quanto ha bisogno di tanto lavoro e la resa è poca in fatto di quantità, ma sono proprio queste caratteristiche a fare la differenza.